A Delia, la situazione economica nella prima metà del 1800 si era aggravata per problemi legati a calamità naturali quali la siccità e le invasioni di cavallette molto frequenti in quel periodo, ma anche a causa del colera che imperversò in tutta la Sicilia e soprattutto a Palermo, dove le sollevazioni popolari seguiti all’imperversare della epidemia, di cui erano ritenuti responsabili i napoletani, furono soffocati nel sangue dalle truppe borboniche.
In quegli stessi anni, anche la pressione fiscale borbonica si inasprì sempre più, così come insopportabili diventarono le continue vessazioni e il controllo sulla produzione agricola isolana.
Questo stato di cose generava malcontento ed incominciava ad infastidire i deliani nei quali incominciavano a germogliare nuovi ideali di libertà, di autonomia e di indipendenza.
Iniziarono così a serpeggiare in maniera latente i germi della rivolta sociale che sfociarono nei moti rivoluzionari separatisti del 1848.
A Delia, la rivolta vide coinvolta in maniera corale tutte le classi sociali e fu il risultato di un malessere socio economico che attraversava in maniera trasversale tutti i ceti: grande e piccola borghesia, contadini e artigiani.
Dopo qualche settimana dall’insurrezione di Palermo e il giorno dopo quella di Caltanissetta anche i deliani il 30 Gennaio 1848 innalzarono la bandiera tricolore al grido unanime di “viva la Costituzione, viva la Federazione Italiana, viva Palermo, viva Ruggero Settimo”.
Il dottor Filippo Maniglia venne eletto all’unanimità presidente del Comitato provvisorio di difesa e di sicurezza pubblica.
Intanto un numeroso gruppo di notabili del paese tra cui Carlo Giorgio, Salvatore Pagliarello e il dott. Pasquale Pagliarello, assoldarono, a proprie spese, dieci cittadini per mantenere l’ordine pubblico.
Il 10 Dicembre 1948 il consiglio civico presieduto da Stefano Candura deliberò di aderire a quanto sancito dal Parlamento Siciliano in ordine alla decadenza dei borbonici e di adottare lo statuto fondamentale della Costituzione Siciliana e conseguentemente di essere pronti al sacrificio della vita assieme a tutta la popolazione.
Ad alcuni suoi “eroi” del risorgimento del 1848: Pasquale Pagliarello, Stefano Candura e Vincenzo Micelisopo verranno dedicate tre vie del paese. Stefano Candura nacque nel 1793, studio a Palermo per conseguire la laurea in legge.
Per i suoi meriti come guida della comunità deliana nelle lotte per il risorgimento gli è stata dedicata una lapide in Piazza Madrice.
Angelo Carvello.