Luigi Russo nacque a Delia il 29 Novembre 1892, fu educato tra le mura domestiche e visse la sua fanciullezza in mezzo al laborioso e semplice popolo del suo paese natale del quale condivise le quotidiane vicissitudini e dal quale apprese il suo forte temperamento.
Dopo avere frequentato il liceo a Caltanissetta, divenne allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa tra il 1910 e 1914.
Successivamente prese parte alla prima guerra mondiale, verso la quale nutrì un “ingenuo entusiasmo” per i risvolti patriottici ai fini del completamento dell’unificazione territoriale italiana.
Nell’immediato dopoguerra assume la cattedra di Italiano e Latino al Collegio Militare della Nunziatella a Napoli.
L’inizio della sua carriera si ha nel 1920: anno in cui esce il “saggio su Verga”.
Verga resterà sempre tra i suoi interessi, tanto che nel 1952, nel volume “il tramonto del letterato”, troviamo un intervento su “Verga poeta della povera gente”.
Cominciò proprio nel 1920–1925 la prima e compiuta definizione del suo indirizzo critico-letterario: successivamente al saggio su Verga, nel quale attaccò la letterarietà in nome della concezione del “poeta primitivo”, emerse già matura la sua posizione verso Benedetto Croce, con il quale scambiò un nutrito carteggio, confermando la distinzione tra poesia e non-poesia, ma completandola con il contesto e il mondo dello scrittore, sia sociale che culturale.
Luigi Russo, dunque, diede molta importanza alla storia, riferendosi chiaramente alla critica di Francesco De Sanctis e inaugurando il suo storicismo integrale.
Ridefinì la nozione di poetica come cerniera tra poesia e non-poesia e l’applicò nei suoi studi sui principali autori italiani: Manzoni, Alfieri, Foscolo, Leopardi, raccolti in “Ritratti e disegni storici”.
Nel 1925 ottenne la cattedra di letteratura italiana alla facoltà di magistero di Firenze e nel 1934 alla facoltà di Lettere di Pisa, dove avrà tra i suoi allievi Giovanni Getto, Walter Binni, Ettore Bonora.
Dopo i notevoli studi metodologici si concentrò su Alessandro Manzoni e I promessi sposi che vennero riabilitati a poesia dopo le notevoli discriminazioni crociane.
Continuò appassionato lo studio sulla cultura ottocentesca napoletana la quale veniva ad assumere un chiaro significato politico.
Prende corpo il suo antifascismo “utile e indisturbato” condiviso con illustrissimi colleghi.
Esso si consolidò nel saggio su Niccolò Machiavelli, opponendosi alla moda del regime di rappresentare se stesso come il movimento che aveva da tempo attuato gli ideali machiavellici ed invece, sul piano letterario, confermò un Machiavelli “artista della politica”.
Assunse nel 1943 e dal 1944 al 1946 la direzione della Scuola Normale di Pisa e si confermò uno dei più lucidi e arguti attori della cultura del tempo.
Collaborò alla rivista “La Nuova Italia” e diresse dal 1925 al 1947 “Leonardo” rassegna bibliografica mensile ed infine volle fondare una propria rivista, Belfagor, nel 1946.
Essa si occuperà di critica, storia, politica, filologia e arti figurative.
Dalle sue colonne polemizzerà sagacemente e brillantemente coi personaggi di spicco della vita culturale e politica del Paese.
E si ergerà sempre a difesa della cultura libera. La fase finale della sua attività sarà rivolta più a studi dedicati alla dialettica.
Soddisfatto della tranquillità della vita a Pisa trascorrerà attivamente, anche in senso politico, gli ultimi anni: legato alla sua impostazione laica e liberale, non accettò mai il clima politico di monopolio democristiano arrivando a candidarsi come indipendente nelle liste del PCI in Sicilia alle elezioni politiche del 1948. Morì a Marina di Pietrasanta il 14 Agosto 1961.
Luigi Russo rimase sentimentalmente molto legato a Delia come ad un mito della sua infanzia, un mito che sempre vagheggiò con profondo amore.
La terra dei suoi avi che per tanti versi gli suggerì spunti e atteggiamenti di pensiero nel ricordo di una non facile infanzia trascorsa tra gente che col duro lavoro dei campi traeva i mezzi di sostentamento e che col senso di onestà e di tenacia nel lavoro gli trasmise un profondo attaccamento ai valori dell’uomo per la cui dignità e per il cui riscatto continuò sempre a battersi.
Quando tornava a Delia in mezzo alla sua gente per rivedere i luoghi cari della sua infanzia e della sua adolescenza e le persone che aveva conosciuto e quelle che potevano ricordargli gli amici e i suoi conoscenti scomparsi c’era un via vai di amici di famiglia che si recavano a fargli visita per un sentimento di affetto nei sui riguardi e non perché fosse un uomo importante.
L’avere dato i natali ad uno dei più grandi critici della letteratura italiana del Novecento è motivo di vanto per Delia che si sente custode gelosa e orgogliosa delle radici culturali, morali e sociali di Luigi Russo, critico, storico, polemista e maestro di cultura.
Delia, piccolo centro dell’entroterra siciliano, cosciente del prestigio che gli deriva dal più illustre dei suoi figli, Luigi Russo, ha sempre ricambiato con affetto e riconoscenza il Maestro dello “storicismo”.
A lui sono state dedicate la scuola media statale, un importante viale nella nuova zona di espansione del paese, la biblioteca comunale, una lapide ed un medaglione in marmo presso la casa natale.
Sulle sue opere si sono già svolti due convegni nazionali e nell’occasione della pubblicazione degli atti relativi al primo convegno è stato inaugurato davanti al municipio un suo busto in bronzo.
Angelo Carvello.