Delia sorge su un pendìo che guarda Libeccio e tende ad estendersi verso est, a ridosso del colle detto della Croce, assumendo la forma caratteristica di un ampio anfiteatro.

Ha una quota di m.447 sul livello del mare.

È circondata di ubertosi colli, colmi di mandorli ed ulivi. Vi si gode da una parte l'ampio panorama delle colline antistanti che scendono gradatamente verso il Salso e delle colline che sovrastano alla Piana di Gela.

Dall'altro si gode il non meno gradito panorama dei colli antestanti Campobello e Naro, il cui antico fortilizio si staglia all'orizzonte nei suoi pittoreschi contorni. Dalle ultime case di Monserrato si domina la visuale dell'ampio semicerchio che va da Canicattì, tocca le alture rocciose delle Madonie e permette di vedere, nelle giornate limpide, il pennacchio fumoso dell'Etna.

Da Delia si può quindi godere un paesaggio vario ed ameno con aspetti pittorici di graditissimo effetto.

A qualche centinaio di metri dall'abitato sorge, su scoscesa rupe, un vecchio fortilizio, il Castello Normanno, di recente restaurazione.

Si vuole che sul punto in cui si trova attualmente Delia sorgesse una volta l'antica Petiliana o Petilia. Vito Amico dice che il nome Delia sarebbe derivato al paese dal fatto che Petiliana era ornata di un tempio sacro alla dea Diana.

Il nome Diana, che molte ragazze ereditavano, con frequenza fino a decenni fa, dalle loro ave, sembrerebbe confermare questa ipotesi.

Qualcuno vorrebbe che il nome Delia fosse di etimologia araba e significherebbe vigneto.

Nel De Spucches troviamo che il Comune di Delia fu fondato da Gaspare Lucchesi, barone di Delia, tra il 1581 e il 1600.

Nel 1623 un suo discendente, Giuseppe Lucchesi, viene nominato Marchese di Delia. Nel 1622, dal vescovo di Agrigento, viene eretta a parrocchia la chiesa Madrice.

Il 23.10.1689, la parrocchia di Delia viene eretta ad Arcipretura, mentre la chiesa fu ampliata nel 1791, ma la navata centrale è di costruzione anteriore al secolo XVII.

Nel 1698, in seguito al matrimonio di Maria, unica figlia del Marchese Nicola Antonio Lucchesi, con Ferdinando Gravina, Principe di Palagonia, Delia passò a questa famiglia che l'ha tenuta sino al secolo scorso, epoca in cui essa vendette tutti i diritti alla famiglia Tinebra. Delia, che apparteneva alla diocesi di Agrigento, nel 1844, con bolla di Gregorio XVI, passò alla diocesi di Caltanissetta. Vito Amico ci dà notizia di un censimento della popolazione di Delia avvenuto verso il 1650, periodo in cui il paese contava 288 case e 1071 abitanti.

In un censimento del 1713 le case salgono a 403 e gli abitanti a 1705.

Delia patriottica non mancò di dare il suo, sia pur modesto, contributo alla causa del Risorgimento. Infatti, serba ancora il ricordo di alcuni picciotti che parteciparono alla liberazione della Sicilia dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala.

Dopo il plebiscito e l'annessione all'Italia, la storia di Delia rientra nel grande quadro nazionale.

Angelo Carvello.

LA PREISTORIA

 

IL CASTELLO DI SABUCI (LU CASTIDDRAZZU)
LA STATIO PETILIANA
IL CASALE E IL CASTELLO MEDIEVALE
IL NOME DI DELIA
LA FONDAZIONE
DELIA DAL 1600 AD OGGI